venerdì 20 novembre 2009

Diario di Carlotta

TREKKING
Nepal - Kala Pattar, 24 ottobre - 9 novembre 2009
Diario di viaggio di Carlotta

24 Ottobre
Milano – Abu Dhabi – Kathmandu
E’ trascorsa una settimana dalla partenza dei 12 temerari della spedizione sul Mera Peak ed ora è arrivato anche il nostro momento. Molti di noi non si conoscono e iniziamo insieme questa bella avventura con tanta emozione e con una buona dose di adrenalina…

25 Ottobre
Kathmandu by night
Dopo un lungo viaggio e soprattutto dopo la lunga attesa all’aeroporto di Abu Dhabi atterriamo finalmente a Kathmandu.
E’ sera. Un piccolo pulmino, che percorre audacemente le strade e i vicoli dissestati e bui della città, ci porta direttamente in un piccolo hotel nel quartiere di Thamel. Dopo esserci sistemati ci avventuriamo nei dintorni. Ci colpiscono le luci, i colori, i rumori, un po’ di confusione che intuiamo essere un piccolo “assaggio” del caos che troveremo nella città l’indomani.

26 Ottobre
Kathmandu – Lukla (2800 m)– Phakding
Un po’ di spaesamento mattutino, nuovamente pronti i bagagli.
L’avventura ha inizio e con essa si avvicina il momento del tanto temuto e atteso volo per Lukla.
Da un piccolo e caotico aeroporto intravediamo quei “simpatici aeroplanini” che in poco più di mezz’ora ci faranno arrivare all’inizio della prima tappa del nostro trekking.
L’atterraggio, perfettamente riuscito, ci fa complimentare con il pilota e tranquillizza gli animi: “e’ andata!” ci diciamo a gran voce.
Non abbiamo alcun problema con i bagagli e zaino in spalla iniziamo una lieve discesa tra il verde di una natura rigogliosa e la moltitudine di persone che incontriamo sul cammino, la maggior parte della quale di ritorno verso Lukla.
Una comoda e lunga sosta inaspettata per il pranzo.
Ci attendono circa 3 ore di cammino in discesa ( 200m ), attraversiamo i primi ponti sospesi e iniziamo a prendere confidenza con la gente nepalese, gli sherpa, gli yak che iniziamo a vedere lungo il cammino.
Un confortevole lodge ci ospita per la prima notte, ad accoglierci delle graziose ragazze che ci offrono una calda salvietta e del the…

27 Ottobre
Phakding – Namche Bazar (3420 m)
Riprendiamo il nostro cammino. Rispetto a ieri la giornata oggi è davvero bella, splende il sole e la temperatura è gradevole. Percorriamo quasi 1000 metri di dislivello. Il sentiero è un continuo sali e scendi, ma piacevole per i suggestivi scorci che si offrono alla nostra vista. Pranziamo prima dell’ultima salita. L’attesa per mangiare è lunga, ma capiamo che qui funziona così e ne approfittiamo per un po’ di relax…
Un po’ impegnativa l’ascesa al villaggio di Namche, ma la fatica è presto ripagata dal lussuoso lodge che ci ospiterà per ben due notti. Dalla camere la vista domina l’intero villaggio, un anfiteatro naturale occupato da piccole casette. Iniziamo a scorgere e a stupirci della “verticalità” delle cime che ci circondano…

28 Ottobre
Namche Bazar – Khumjung (3780 m)– Namche Bazar
E’ il giorno dedicato all’acclimatamento. Ma abbiamo la possibilità di fare un’escursione, che sola vale il viaggio, dicono. Siamo un po’ preoccupati per la salute di Claudio, che non si sente bene, ma ci auguriamo che la giornata di riposo gli gioverà (e così sarà..). L’intenzione è quella di abbreviare la “gita facoltativa”, ma alla fine solo Mario e Luisa decideranno di rientrare presto al lodge.
La giornata è densa di emozioni perché a poco meno di un’ora di cammino da Namche (la quota inizia a farsi un po’ sentire) ci si offre un panorama mozzafiato: l’Everest, il Lothse, l’elegante Amadablam… Le foto si sprecano, lo stupore è in tutti noi e non può che colpirmi la contentezza di Carlo a cui brillano gli occhi nel contemplare tutte quelle cime maestose…
Il cammino prosegue in quota, visitiamo (un po’ per curiosità, un po’ per dovere di cronaca) il famoso Hotel Everest View, e scendiamo verso Khumjung, il villaggio più grande della valle del Khumbu dominato dalla vetta sacra del Khumbila.
Il sole scalda anche questa giornata e il bianco di un imponente stupa quasi ci abbaglia, nell’attesa del pranzo. Vicino la scuola che pullula di bambini, il Gompa che vediamo uscendo dal paese sulla via del ritorno. Le alte cime fanno da scenario al nostro sentiero, un altro suggestivo stupa, con infiniti intrecci di bandierine colorate: felici e soddisfatti rientriamo al lodge.

29 Ottobre
Namche Bazar – Tengboche (3870 m)
Splende il sole, un bel sentiero in costa alla montagna ci fa scendere fino a valle (lunga salita assicurata per arrivare alla meta), pranziamo. Il menu non è così vario, ma iniziamo ad abituarci alla consueta lunga attesa per mangiare, per riposarci e godere del tepore del sole che ci permette di rimanere in maglietta a quasi 4000 metri. Facciamo conoscenza con uno sherpa che scopriamo essere una guida stagionale in Italia.
Diventa ormai una consuetudine che il tratto di cammino dopo il pranzo è quello più duro ed anche oggi una lunga e faticosa salita ci porta fino a Tengboche, villaggio dominato dal monastero buddista, considerato il più grande e attivo, ma non il più antico.
Lo scenario ci lascia senza parole, dall’atmosfera ancora un po’ turistica di Namche iniziamo ad assaporare la dimensione più “silenziosa” e contemplativa della valle.
Eravamo abituati troppo bene a lodge confortevoli e caldi ed ora proviamo anche noi l’esperienza di un alloggio decisamente spartano e freddo.
Nel pomeriggio i monaci ci permettono di assistere ad una funzione religiosa. Si ha la sensazione di invadere la loro quiete, ci guardano con curiosità, ma anche con una certa insofferenza mentre recitano i loro mantra.
Ci riuniamo poi tutti nella piccola stanza del lodge dove ceneremo. Una stufa e il buon umore rendono l’ambiente caldo, vivace e accogliente: al freddo della notte ci penseremo poi.
La natura ci regala un meraviglioso tramonto, le cime tinte di rosa ci trattengono al freddo della sera, tutti con il naso all’insù fino al calar del sole.

30 Ottobre
Tengboche – Pheriche (4240 m)
La notte è stata fredda (ma non ci lamentiamo troppo, pensiamo ai nostri compagni della spedizione che meglio di noi non staranno sicuramente), siamo un po’ provati, consapevoli che prima di ritrovare il caldo e le comodità dovremo attendere il ritorno.
In compenso ho la fortuna di pernottare in una stanza da cui scorgo la maestosa Amadablam che vedo nel suo candore non appena riapro gli occhi la mattina.
Ci risolleviamo un po’ con un occidentale seconda colazione in una pasticceria, che mai avremmo pensato di trovare a questa quota. Poco poetico in effetti, ma il turismo evidentemente ha portato anche questo.
Carlo inizia a non stare bene. Siamo preoccupati, ci auguriamo che la prossima notte sarà ristoratrice per lui. Riprendiamo il cammino, si sale, ma più dolcemente rispetto alle tappe precedenti. Ora i villaggi che incontriamo hanno davvero quel fascino di luoghi lontani e senza tempo.
Se fino ad ora si dovevano seguire sentieri più o meno affollati, dove l’attenzione per il passaggio degli sherpa e degli yak doveva essere continua, ecco che d’improvviso, con mio silenzioso e contemplativo stupore, gli spazi divengono immensi e ognuno di noi si ritrova a vagare per queste radure con all’orizzonte scenografie magiche e spettacolari.
Domina il silenzio, si sente solo il proprio respiro e in lontananza il rumore che proviene dal corso d’acqua che percorre tutta la valle.
Arriviamo a scorgere il villaggio di Periche. Il lodge che ci ospita ci permette anche una doccia calda. Non ci possiamo davvero lamentare.

31 Ottobre
Periche – Lobuche (Thukla pass)
Quella di oggi si presenta, per certi aspetti, come una giornata decisiva. Arriveremo a Lobuche, quota 4900 metri, ultima tappa prima dell’ascesa al Kala Pattar. La tensione un po’ aleggia, sarebbe un peccato star male proprio ora.
Riprendiamo il nostro cammino lungo la splendida valle e iniziamo a salire. Da buoni trekker-turisti italiani ci concediamo divertiti (e con un po’ di orgoglio) una foto di gruppo a “quota Monte Bianco”. Raggiungiamo un altro luogo suggestivo, denominato Thukla pass e nuovamente le cime imponenti dominano tutt’intorno, insieme a monumenti commemorativi tra le colorate bandierine agitate dal vento, che inizia ad essere davvero freddo.
Purtroppo al lodge dove pranziamo il gruppo si rattrista per la decisione di Carlo di non proseguire nell’ascesa. Un vero peccato, ma tutti apprezziamo la sua saggia prudenza.
Arriviamo al lodge. Sapevamo essere tra i più inospitali dell’intera valle… Cerchiamo di tardare per dormire, perché le fredde stanze non invogliano certo il riposo…

1 Novembre
Lobuche - Gorak Shep – Kala Pattar (5545 m)
E’ arrivato il grande giorno. La colazione è alle 5, ma chi di noi giunge per primo nella sala per la colazione, si ritrova tra numerosi sherpa che dormono in ogni spazio disponibile, sia sulle panche, che per terra. Attendiamo. Siamo tutti infreddoliti, inizia ad albeggiare.
Si parte, il gruppo procede in silenzio, fa freddo, tanto che chi di noi ha con se la borraccia, si ritrova l’acqua congelata. La quota si fa sentire. Dopo aver percorso la lunga valle arriviamo a Gorak Shep, un piccolissimo villaggio in prossimità di una distesa sabbiosa e di un piccolo lago turchese. Iniziamo l’ascesa, il gruppo si divide. Si scorge il campo base dell’Everest. Mi ritrovo in coda al gruppo e da lì a poco ritrovo la preziosa compagnia di Graziella e poco dopo di Luisa. L’ascesa è davvero impegnativa, descrivere le sensazioni è difficile.
Purtroppo non riusciamo a darci realmente l’appuntamento in vetta perché chi di noi è intanto giunto alla meta, decide di scendere per il troppo vento.
Siamo stremati, ma davvero felici: ce l’abbiamo fatta e chi più chi meno comprende quanto la sintonia tra alcuni di noi sia stata fondamentale per compiere l’impresa.

2 Novembre
Lobuche - Dingboche (4360 m)
La tensione è venuta meno, perché raggiunta la meta, seppur stanchi, siamo tutti più rilassati.
Ci concediamo di far colazione tardi, la tappa fino a Dingboche è in discesa e davvero breve: poco meno di 3 ore di cammino. Lo scendere fa star bene un po’ tutti, anche chi non si è sentito molto in forma nei due giorni precedenti. C’è un po’ di nuvolo oggi, il vento è ancora molto freddo.
Stefano, Francesco e Marco decidono una piccola deviazione alla piramide del CNR.
Quasi prossimi al villaggio riabbracciamo Carlo che ci viene in contro. Sta meglio, ma la scelta di non salire si è rivelata davvero saggia.
Il lodge (un lodge-hotel) ci accoglie in stanze nuovamente accoglienti (dopo Lobuche ogni sistemazione pare lussuosa…)

3 Novembre
Dingboche – Chhukung – Dingboche
Oggi è un altro giorno importante. Incontreremo i nostri compagni di viaggio di ritorno dalla spedizione sul Mera Peak. Lungo il cammino verso Chhukung, grazie ad un fortuito incontro tra sherpa, abbiamo finalmente la certezza che Beppe e i suoi compagni sono riusciti nell’impresa e ci stanno attendendo presso il lodge dove pranzeremo insieme.
Il dislivello non è molto (400 metri), ma la stanchezza di quasi 10 giorni di cammino si fa sentire.
Arriviamo al villaggio e come in una riunione di famiglia nel giorno di festa, pranziamo tutti insieme, raccontandoci impressioni dei giorni trascorsi, con mia profonda ammirazione per l’impresa dei 12 scalatori.
Attendiamo un po’ per rientrare, la luce del tramonto ci regala splendide immagini, prima di arrivare nuovamente a Dingboche.

4 Novembre
Dingboche – Tengboche
Iniziamo davvero il sentiero per tornare a casa… Dopo la deviazione per Chhukung del giorno precedente, scendiamo per raggiungere nuovamente Tengboche, dove ad ospitarci sarò lo stesso lodge dell’andata, ma questa volta saremo in quasi 30 persone ad occuparlo.
Non attendiamo il gruppo del Beppe per partire, li precediamo, perché sappiamo che con il nostro passo più lento saremo presto raggiunti a Pengboche, dove pranzeremo nuovamente insieme.
Ci attende un’impegnativa salita che ci fa arrivare al villaggio un po’ alla spicciolata…
A Tengboche riusciamo a goderci l’ultimo giorno di un’importante festa che offre tradizionali spettacoli presso il monastero. Freddo e confusione, ma ne vale la pena.

5 Novembre
Tengboche – Namche Bazar
Partiamo insieme. La giornata è bella e apprezziamo nuovamente il tepore del sole che ci scalda. Si scende di quota velocemente. Un continuo sali e scendi rende abbastanza lungo il cammino (circa 5 ore), ma decidiamo questa volta di pranzare direttamente presso il lussuoso lodge dell’andata, che stupirà non poco i nostri scalatori, desiderosi di comodità e di una doccia calda.
Il pomeriggio libero ci permette di gironzolare per Namche per qualche spesa e un po’ di relax.

6 Novembre
Namche Bazar – Lukla
Dopo una calda e ristoratrice notte, partiamo presto per affrontare l’ultima tappa del nostro trekking. Giungeremo direttamente a Lukla, senza soste intermedie, se non per il pranzo. Si parte presto perché ci attendono almeno 6 o 7 ore di cammino. Mi ritrovo spesso in cosa al gruppo, ma senza alcun problema, presto o tardi, giungiamo tutti al bellissimo lodge dove pernotteremo prima del volo di rientro per Kathmandu.
Oltre due ore separeranno l’indomani la partenza del gruppo del Beppe da quella del nostro gruppo.
Ci si accorda e ci si dà appuntamento a Kathmandu.

7/8 Novembre
Lukla – Khatmand
Eccoci nuovamente all’imbarco. Nell’attesa del volo siamo decisamente più rilassati.
Il tanto temuto volo dell’andata ora è cosa a noi familiare (o quasi...).
Si decolla sempre con un filo di tensione, ma siamo tutti decisamente più tranquilli.
Arriviamo a Kathmandu verso ora di pranzo. Sistemazione nel famoso Yak & Yeti Hotel.
Abbiamo il pomeriggio e la mattina seguente a disposizione per visitare la città.
Pranziamo insieme, avvicinandoci al vicino e suggestivo quartiere di Thamel. Un piccolo assaggio di una città che da sola meriterebbe diversi giorni di visita.
La giornata ci vola, un po’ presi dalla frenesia di vedere il più possibile, in poco tempo.
Ci dividiamo la mattina della partenza: alcuni di noi visitano il Boudhanath Stupa e un altro gruppo decide di recarsi a Bhaktapur. Difficile scegliere dove andare, una buon motivo per tornare in futuro in questa affascinante città
Alle 16 siamo nuovamente tutti insieme nella hall dell’albergo. Si torna a casa.

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